Categorie
News

Dove comprare mascherine chirurgiche e quante: secondo un recente studio sarebbe meglio indossarne due insieme

Comprare mascherine online è diventata ormai una necessità, ma dove è possibile effettuare questo acquisto? Su quali siti specializzati? E di quante mascherine abbiamo bisogno? Cerchiamo di rispondere insieme a queste domande.

Dove comprare mascherine

È possibile ovviamente acquistare mascherine in farmacia. Questa è una scelta eccellente, i farmacisti infatti sono soliti ordinare solo mascherine certificate e sono in grado anche di consigliare tutti i loro clienti al meglio così da essere realmente di aiuto contro la diffusione del Coronavirus. Il problema è che le mascherine chirurgiche in farmacia non costano poco. Di media hanno un prezzo di circa 5 euro ogni 10 mascherine.

Costano molto meno al supermercato! Sì, le mascherine chirurgiche possono oggi essere acquistate presso la maggior parte dei supermercati. Molte persone però lamentano una scarsa qualità. Sono mascherine in possesso delle certificazioni necessarie, ma è possibile che in alcuni casi gli elastici non siano ben fatti e si rompano con facilità. Inoltre è possibile che alcuni modelli risultino un po’ troppo grandi o, al contrario, un po’ troppo piccoli.

La terza opzione, è acquistare mascherine online. È l’opzione migliore, perchè online è possibile scovare mascherine della stessa qualità di quelle che si trovano in farmacia, ma senza per questo spendere un’esagerazione.

Acquistare mascherine, quante?

Si consiglia di considerare almeno una mascherina chirurgica al giorno. Nel caso di persone che debbano stare fuori casa per molte ore al giorno e che devono sostare in ambienti dove sono presenti molte persone, sarebbe preferibile conteggiare un paio di mascherine chirurgiche al giorno. Recenti studi però parlano dell’utilità di indossare due mascherine, anziché una soltanto. È quindi possibile conteggiare anche 3 o 4 mascherine giornaliere.

Gli studi a cui abbiamo appena accennato sono stati condotti dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie americani. Secondo i ricercatori, indossando una sola mascherina chirurgica si ha la possibilità di bloccare il 40% delle particelle. Indossando invece due mascherine chirurgiche, oppure una mascherina di stoffa sopra a quella chirurgica, è possibile bloccare fino all’80% delle particelle. Se tutti indossassero una doppia mascherina, sarebbe possibile arrivare a bloccare fino al 95% delle particelle. Queste ricerche sono state condotte utilizzando una sola marca di mascherine chirurgiche e un solo tipo di mascherina in stoffa, cosa questa che deve essere considerata come un limite dato che non si hanno riscontri con altre tipologie di mascherine. Si tratta comunque di una scoperta interessante.

In base a queste considerazioni, più mascherine si acquistano e meglio è insomma. È da considerare che acquistando una quantità di mascherine maggiore, si ha modo di risparmiare sul prezzo finale, altro elemento che di sicuro non guasta.

Mascherine chirurgiche, attenzione al loro corretto utilizzo 

È fondamentale ricordare che le mascherine chirurgiche devono essere utilizzate in modo corretto. È prima di tutto necessario pulire le proprie mani prima di indossare la mascherina, in modo da non contaminarla, con acqua e sapone oppure con il gel igienizzante. Lo stesso vale quando è necessario togliere la mascherina, anche in questo caso è bene pulire prima le mani e ricordare di toccare solo gli elastici. State sempre attenti anche alle mascherine per bambini, che abbiano delle caratteristiche e certificazioni apposite.

Le mascherine chirurgiche sono usa e getta. Non andrebbero mai quindi sanificate per poterle indossare nuovamente. Questo non significa però che se sono state utilizzate per pochissimo tempo, non possano essere indossate nuovamente, per un’altra uscita fuori casa. Se ad esempio una mascherina è stata indossata per andare a fare la spesa e per una mezz’ora appena, ecco che può essere indossata di nuovo anche il pomeriggio per una passeggiata.

Quando è il momento di gettare via la mascherina, queste deve essere messa nell’indifferenziata. Non si tratta infatti di un rifiuto che possa essere riciclato, sia perchè potrebbe potenzialmente essere contaminato, sia perché costituito da molti diversi materiali che non possono essere separati tra loro. Fondamentale ricordare che la mascherine non devono mai essere abbonate nell’ambiente perché comportano inquinamento e la distruzione di molti habitat.

Categorie
News

Qual è la giusta distanza tra televisore e divano?

I televisori buoni sono molto importanti in una casa, una parte integrante della vita di molte famiglie. Nel tuo soggiorno, il divano e la televisione, infatti, formano una grande squadra per offrirti buoni momenti di puro relax. Ma se hai scelto accuratamente entrambi per le loro qualità intrinseche, sai che la combinazione dei due in termini di distanza è anche un elemento importante per il tuo comfort? È opportuno fare attenzione a non posizionarsi troppo vicino allo schermo per non affaticare gli occhi. Prima di tutto, tieni presente che non esiste una formula scientificamente approvata che funzioni in tutte le situazioni. Ogni individuo ha la propria visione, spetta soprattutto a ciascuno sperimentare la distanza che più gli si addice. Tuttavia, le caratteristiche del tuo televisore ti daranno degli indizi per valutare la distanza ottimale tra esso e te.

Distanza televisore divano: parametri da considerare

Due parametri per valutare la distanza ideale, sono:
  • dimensione dello schermo
  • risoluzione dello schermo
Più grande è il tuo televisore, più sarai in grado di allontanarti da esso a priori. Inizia a misurare la diagonale dello schermo (la lunghezza in centimetri che separa il bordo superiore sinistro dal bordo inferiore destro dello schermo). Se conosci le dimensioni del televisore in pollici, moltiplica questo numero per 2,54 per trovare il valore della diagonale in centimetri. È quindi necessario concentrarsi sulla risoluzione dello schermo. Più pixel ci sono in un’immagine, meglio è definita e quindi percepita con maggiore precisione dall’occhio.
  • Per un televisore HD la distanza consigliata è circa 3,9 volte la diagonale dello schermo. Se il televisore misura tra 61 e 82 cm, da 2 a 3 metri, da 82 a 102 cm, da 3 a 4 metri.
  • Per una TV Full HD, devi solo moltiplicare 2,6 volte la diagonale dello schermo. Se il televisore misura tra 61 e 82 cm, la distanza sarà compresa tra 1,5 e 2 metri, tra 82 e 102 cm, tra 2 e 3 metri.
  • Per una TV Ultra HD, la distanza perfetta è 1,3 volte la diagonale della tua TV. Se la tua TV è da 61 a 102 cm, la distanza sarà da 1 a 1,5 metri.
Se tuo il tuo televisore è di grandi dimensioni, sarà comunque opportuno se si tratta di un televisore Full HD, non allontanarsi troppo da esso altrimenti non percepirete le sottigliezze dell’immagine offerte dalla tecnologia. Al contrario, se il programma che si desidera guardare o la TV ha una risoluzione bassa, allontanarsi da esso consentirà di distinguere meno pixel.

Distanza televisore divano: l’importanza della luminosità

La valutazione della distanza ottimale è quindi una combinazione della tua acuità visiva, delle dimensioni del tuo televisore, della sua risoluzione e della qualità dei programmi. Schermi piccoli e risoluzioni elevate tendono ad avvicinarti, mentre schermi grandi e risoluzioni basse ti faranno fare un passo indietro. La tua percezione dell’immagine affinerà la distanza ottimale da  adottare. Per un maggiore comfort, assicurati di creare un’atmosfera di illuminazione equilibrata. Non immergere la stanza nell’oscurità totale poiché il contrasto con la luminosità dello schermo sarà troppo alto. Allo stesso modo, un’illuminazione densa disturberebbe la percezione dell’immagine, quindi i riflessi dovrebbero essere evitati. Scegli un’illuminazione soffusa che metterà in risalto l’immagine. Con questi pochi e semplici consigli, godrai appieno della tua TV, comodamente dal tuo divano.
Categorie
News

Cosa cercare quando si sceglie un power bank

I dispositivi moderni hanno capacità sorprendenti, ma “l’incantesimo” scompare all’istante, se uno smartphone o un altro dispositivo high-tech viene disconnesso a causa di una batteria scarica. power bank Se un tale fastidio si è verificato a casa, è sufficiente collegarsi al caricabatterie per ripristinare completamente il dispositivo. In macchina, il telefono può essere caricato anche con un adattatore speciale. Essendo nella natura o viaggiando con i mezzi pubblici, questa opportunità è assente. È essenziale, quindi, avere con sé una piccola batteria portatile, per non preoccuparsi della possibilità di caricare un dispositivo mobile ovunque. In questo articolo analizzeremo, in dettaglio, i principali parametri tecnici a cui devi prestare attenzione, quando compri il migliore power bank per il tuo smartphone.

Come scegliere un power bank?

Quando si sceglie un nuovo power bank, è necessario prestare attenzione a molte funzionalità, nonostante il suo design relativamente semplice. Per questo abbiamo selezionato i parametri e le caratteristiche più importanti da considerare, per facilitarti nella scelta della tua batteria portatile.

Capacità

Il primo parametro da considerare, quando si acquista una batteria portatile, è la capacità. Più è alta la capacità, più potenza riceverà il dispositivo da ricaricare. Va solo ricordato che i prodotti con la possibilità di accumulare una grande quantità di elettricità, avranno grandi dimensioni e peso. Il valore della capacità dipenderà anche dal dispositivo che si intende caricare con una batteria portatile. La capacità dell’alimentatore esterno, infatti, dovrebbe essere almeno il doppio della capacità della batteria del tuo dispositivo. Un piccolo telefono Android richiederà molta meno energia per caricarsi completamente rispetto a un iPhone o un tablet. Anche il numero di ricariche del dispositivo da una batteria esterna è molto importante. Se fai escursioni o pesca per alcuni giorni, devi fare scorta di un potente dispositivo per ricaricare il telefono.

Peso e misure

Come accennato in precedenza, peso e dimensioni sono inversamente correlati alla capacità di un power bank. Per questo motivo, è necessario decidere in anticipo quale sia il migliore: un dispositivo compatto con una piccola fornitura di elettricità o una batteria ingombrante con una capacità di 20 Ah (Ampere-ora) o più. Quando si sceglie un power bank, è necessario considerare anche le prestazioni della batteria dello smartphone. Se la batteria originale del dispositivo non fornisce più il funzionamento continuo del dispositivo, con una singola carica, allora è necessario acquistare un altro potente power bank.

Numero di porte

La capacità di collegare più dispositivi a una batteria portatile dipenderà dal numero di porte. L’acquisto di un power bank, nel caso di più connettori, ti consentirà di utilizzare una batteria per caricare un gran numero di dispositivi. Oltre alle porte USB standard che differiscono per dimensioni, questi dispositivi possono avere anche un connettore appositamente progettato per caricare uno smartphone in modalità accelerata.

Ricarica wireless

La presenza di questa opzione incide sempre sul costo del prodotto, ma puoi pagare più del dovuto per la possibilità di ricaricare lo smartphone senza utilizzare cavi. La rottura degli elementi di collegamento, infatti, è uno dei guasti più comuni. Collegare, inoltre, il connettore in condizioni di scarsa illuminazione può essere molto difficile, in questo caso è necessario dare preferenza alla scelta di un dispositivo con ricarica wireless.

Ricarica rapida

La presenza della funzione di ricarica rapida consente di ripristinare completamente la batteria del dispositivo in letteralmente 1-1,5 ore. È possibile caricare in questo modo fino al 50% della capacità, in 20-30 minuti. L’opzione di ricarica rapida è la caratteristica più importante, ma solo se non c’è abbastanza tempo per ripristinare la capacità elettrica della batteria dello smartphone.
Categorie
News

Come scegliere le scarpe da running perfette?

Che tu abbia deciso di iniziare a correre o che tu debba semplicemente rinnovarle, le scarpe da corsa sono un elemento fondamentale nella pratica di questo sport. La scelta di un modello o dell’altro non influirà semplicemente sul nostro comfort, ma anche su aspetti importanti come le nostre prestazioni o il rischio di lesioni.

In commercio troviamo un gran numero di scarpe da corsa, diverse per sesso, ammortizzazione, colore, marca. Per scoprire quali sono gli ultimi interessanti modelli sul mercato e tutte le informazioni utili per un nuovo acquisto, sui siti specializzati nelle scarpe da running, troverai tutto ciò che cerchi.

Ma qual è la scarpa da running che più ci si addice, in base al nostro peso e al tipo di allenamento?

Scegliere la scarpa perfetta in base al peso

Quando si sceglie una scarpa da corsa, è importante tenere conto di fattori come l’esperienza del corridore, il sesso, il battistrada o come sarà l’allenamento, in aspetti come la distanza e il tipo di terreno, che in questo caso è opportuno che sia asfalto.

Tuttavia, se ci atteniamo al peso del corridore, distingueremo tra corridori più o meno pesanti. La chiave è l’ammortizzazione: una persona pesante richiederà una scarpa con un’ammortizzazione extra che protegga le articolazioni ogni volta che cammina durante la corsa.

Cioè, come regola generale, più pesiamo, maggiore sarà l’ammortizzazione necessaria. Inoltre entrano in gioco altri fattori come la stabilità e il ritorno di energia della suola.

In questo senso la tecnica di corsa è fondamentale: se hai una buona tecnica non hai bisogno di una scarpa con così tanta ammortizzazione perché in teoria sostieni il mesopiede, ma se corri fatalmente, probabilmente atterrerai sul tallone, danneggiando le ginocchia. Perché, l’ammortizzazione è importante, ma è ancora più importante se non si ha una buona tecnica.

Corridori leggeri

I corridori leggeri sono quegli uomini che pesano meno di 65 kg e le donne che pesano meno di 50 kg. In questi casi l’ideale sono scarpe flessibili, leggere e con poca ammortizzazione. In questo caso, una buona opzione è una scarpa mista e versatile per allenamento e corsa.

Corridori medi

Chiamiamo corridori medi gli uomini di circa 80 kg e le donne fino a 60 kg di peso. Poiché l’impatto della falcata è maggiore, cercheremo modelli con maggiore ammortizzazione.

Corridori di peso <90 kg per gli uomini e <75 kg per le donne

I corridori che pesano fino a 90 kg per gli uomini e 75 kg per le donne hanno bisogno di una buona ammortizzazione e di una suola larga per proteggere articolazioni e gruppi muscolari.

Corridori di oltre 90 kg negli uomini e +75 kg nelle donne

Infine, ci sono corridori che superano i 90 kg nel caso degli uomini e 75 kg se sono donne. In questo caso avremo bisogno di scarpe con ammortizzazione significativa che supportino adeguatamente anche l’interno del piede e del tallone.

Quale scarpa da corsa acquistare in base alla distanza

Allo stesso modo, correre su lunghe distanze come una mezza maratona non è la stessa cosa che preparare una serie. Pertanto, le caratteristiche delle scarpe da corsa scelte varieranno a seconda di un tipo di allenamento o di un altro

Allenamenti brevi e intensi

Se cerchiamo una scarpa per allenamenti brevi ma intensi, cercheremo scarpe leggere, con bassa ammortizzazione e che offrano una buona stabilità con il battistrada. Ciò che è noto come scarpe volanti, un tipo di calzatura che può aiutarci a migliorare i nostri tempi.

I modelli più leggeri sono solitamente realizzati in rete, riducendo al minimo possibile le protezioni che garantiscono la durata e con una suola piuttosto sottile, in modo che il peso sia alleggerito.

Allenamento a media e lunga distanza

Se l’idea è quella di effettuare lunghe gare su asfalto, cercheremo modelli con una buona ammortizzazione per proteggere le articolazioni e prendersi cura della nostra parte inferiore del corpo quando deterioriamo la nostra tecnica di corsa con il progredire della gara.

Allo stesso modo, è fondamentale prestare attenzione alla forma e alla taglia, poiché durante la corsa è comune che i piedi si deformino e si dilatino a seguito dell’esercizio.

Categorie
News

Agenzia Bassani Immobiliare Di Bassani Edgardo Mattia

Per la vendita o l’affitto della propria casa l’Agenzia Bassani Immobiliare Di Bassani Edgardo Mattia si rivela una soluzione ottimale. Attualmente essa è considerata una delle migliori su piazza. Non è un caso che quando si parla di agenzia immobiliare Udine si pensa sempre ai servizi offerti dalla suddetta, leader nella ricerca di soluzioni abitative che possano mettere sempre al centro della vendita prima il cliente e poi l’immobile. In tal senso analizzando gli approcci scelti dell’Agenzia nella negoziazione della vendita emergono una serie di aspetti interessanti che mettono in luce le priorità dei consulenti sulla base delle richieste e delle esigenze dei potenziali venditori. 

Innanzitutto nel momento in cui ci affidiamo a questa agenzia non dobbiamo più preoccuparci più di nulla, dato che sarà lo stesso team di professionisti a curare la pratica attraverso una meticolosa selezione dei clienti interessati al nostro immobile. In questo modello essa procede ad un meccanismo di filtraggio, scegliendo solo quelli che effettivamente possono accedere alla compravendita del nostro immobile. Da questo punto di vista possiamo dormire sonni tranquilli dato che l’Agenzia vi contatterà solo quando si avranno proposte reali e concrete. In tal senso vi è lo scopo di farvi perdere il meno tempo possibile, scegliendo chi può ambire a visionare la vostra casa prima dell’acquisto. 

Categorie
News

Il rito funebre per le civiltà antiche

Quello del rito funebre è sempre stato un importante culto, che ci viene tramandato dalle civiltà antiche per le quali la celebrazione dell’atto finale della vita riscuoteva una grandissima importanza soprattutto per quello che riguarda personaggi illustri come re e imperatori.

I diversi riti funebri

La pratica di organizzare un funerale, che oggi viene fatta grazie ad aziende specializzate come Funerali Roma, è sempre stata di fondamentale importanza e nelle civiltà antiche coloro che si occupavano dei funerali erano considerati una parte importante della classe sociale.

Rito funebre Antica Roma

Nella civiltà romana dalla quale discendiamo il funerale, era un momento di raccolta per tutta la comunità soprattutto nel caso in cui questo riguardava una persona importante nella società. Il funerale veniva affidato ai libitarii, nome con il quale venivano chiamate le pompe funebri, questi si occupavano dell’inumazione o della cremazione del corpo e dell’organizzazione del corteo funebre.

Secondo la tradizione romana il corpo del defunto doveva essere vegliato dal pater familias, cioè il maschio più anziano della famiglia. Il rito funebre romano era visto come una festa e vedeva la presenza di mimi danzatori e musicisti.

Rito funebre Antica Grecia

Il rito funebre greco ci è stato dai grandi poemi di Omero, dove veniva dato grande risalto ai funerali dei valorosi guerrieri che avevano combattuto nella guerra di Troia. Nel corso della sua lunga storia la civiltà greca ha visto diverse tipologie di funerali, quello più utilizzato è sicuramente la cremazione di cui si hanno riscontri già a partire dal periodo elladico. Nell’antica Grecia era importante che il corpo del defunto venisse coperto con un lenzuolo per evitare che il suo corpo toccasse la terra e si contaminasse. Una delle principali caratteristiche del funerale nella cultura greca era che venivano messe su gli occhi del defunto due monete che servivano per pagare il passaggio sul fiume Stige a Caronte il traghettatore dell’aldilà.

Rito funebre civiltà Egizia

I primi ricordi che si hanno di un funerale riguardo a una civiltà antica è sicuramente legato agli egiziani che erano convinti che la vita continuasse anche dopo la morte. Era importante che il defunto avesse le stesse condizioni che aveva in vita e per questo che all’interno della tomba venivano messi i suoi effetti personali.

Nella cultura egizia era importante che il corpo si mantenesse e per questo che venivano fatte le tecniche della mummificazione e dell’imbalsamazione soprattutto per quello che riguarda i faraoni che veniva messi poi all’interno della loro tomba, le piramidi.

Categorie
News

Una location a Caserta ricca di fascino e storia: Tenuta Carafa

Tenuta Carafa è la splendida struttura del Cinquecento in cui era solita dimorare l’omonima famiglia nobiliare e che oggi rappresenta uno dei principali punti di riferimento, per Caserta e in generale per l’intero territorio campano, per l’organizzazione di eventi e cerimonie di ogni tipo. L’innata bellezza di questa costruzione è stata sapientemente riportata in pieno splendore da una recente opera di restauro, che ha restituito alla cinquecentesca tenuta campana l’originaria e caratteristica bellezza.

L’ambiente perfetto per festeggiare qualsiasi ricorrenza

Per tutti questi motivi, Tenuta Carafa rappresenta la location ideale per l’ambientazione di ogni tipo di evento: lo staff competente, qualificato e sempre impeccabile completa un quadro di eccellenza assoluta, che consegna ad ogni ospite la possibilità di sentirsi pienamente avvolto e compreso da un’atmosfera magica e rasserenante.

Gli ambienti interni ed esterni di tutta la tenuta, infatti, svolgono perfettamente il ruolo di cornice all’interno della quale dare una forma elegante e prestigiosa ad ogni evento. La piccola cappella esterna, per esempio, offre agli ospiti della struttura la possibilità di organizzare all’interno di Tenuta Carafa sia la loro celebrazione religiosa che il successivo rinfresco. Gli spazi esterni sui quali insiste anche la chiesetta consacrata si sviluppano sotto la forma di un giardino terrazzato, location ideale anche per l’organizzazione di una festa di compleanno o di un momento speciale da condividere con amici e parenti: la presenza nel giardino di un’ampia ed elegante piscina permette altresì l’allestimento di buffet, pranzi e cene a bordo vasca. Questa soluzione, in particolare, rappresenta una delle più apprezzate per il festeggiamento dei 18° compleanni.

Naturalmente, tutti gli ambienti, interni o interni che siano, ben si prestano anche per festeggiamenti, eventi e cerimonie di diverso tipo: il giardino terrazzato, per esempio, assicura un quadro elegante, raffinato e gradevole nel quale allestire un banchetto di laurea, mentre le ampie sale ricevimento collocate all’interno dell’edificio offrono un ambiente confortevole e curato in cui dare luogo a pranzi e cene di lavoro, a festeggiamenti e riunioni familiari, a meeting aziendali e a molto altro ancora. Il salone più grande tra quelli presenti all’interno, per esempio, può ospitare simultaneamente e in tutta comodità fino a 200 invitati.

Una corposa gamma di opportunità è inoltre riservata a quanti scelgono di identificare Tenuta Carafa come punto di riferimento per il proprio banchetto di nozze: la struttura, infatti, consente a tutti i futuri sposi di coronare il loro sogno d’amore con un matrimonio da favola in un ambiente incantevole.

In quanto emozionante momento di svolta e di febbrile entusiasmo, il giorno delle nozze merita di essere ricordato per tutta la vita come unico ed irripetibile: con il matrimonio, infatti, una coppia concretizza in maniera definitiva tutte le promesse e le intenzioni sulle quali gli sposi hanno fondato il loro rapporto sin dal primo giorno vissuto insieme. E’ per questo motivo che, proprio agli sposi ed ai loro affetti più vicini, la struttura riserva alcuni ambienti esclusivi, nei quali poter vivere con riservatezza ed in maniera ancor più intima tutta la magia di questo giorno così importante.
Il personale di Tenuta Carafa è in grado di proporre un’articolata scelta di menu, provvedendo in totale autonomia alla gestione di tutte le fasi del banchetto.

Tenuta Carafa si trova a Formicola (Caserta). Per info e prenotazioni è possibile consultare il sito internet www.tenutacarafa.it

Categorie
News

Dalla primaria al liceo, il paradosso dello zaino scuola

La riforma sulla “scuola digitale”, che si appresta a rivoluzionare la didattica italiana, riporta in auge l’attenzione anche sul ruolo, sulle funzioni e soprattutto sull’inevitabile peso degli zaini. Già, perché se da un lato tablet e device mobile taglieranno il peso che i bambini portano sulle spalle, è pur vero che sono ancora moltissimi gli istituti scolastici e di formazione in cui, all’ingresso, si vedono entrare scolari e studenti con zaini che hanno evidentemente un volume e soprattutto un peso eccessivo.

La questione non riguarda solo i libri e il materiale scolastico, ma si allarga anche – ad esempio – all’abbigliamento sportivo necessario per svolgere le lezioni di educazione fisica nei giorni in cui è prevista, e chiama in causa una situazione ai limiti paradossale, quella secondo cui i ragazzi delle medie hanno zaini che, in proporzione, sono spesso più pesanti di quelli dei loro colleghi delle scuole superiori.

Se infatti i ragazzi dai 14 anni in su sono in molti casi organizzati, e cioè portano a scuola solo il materiale strettamente necessario per le lezioni (a volte dividendosi anche i libri con l’eventuale compagno di banco), questa pratica è meno utilizzata da quelli di età inferiore, che in alcuni casi non si sottraggono allo sforzo di portare sulle spalle uno zaino pesante perché sedotti dall’idea di mostrare ai propri compagni di essere forti.

Come ricorda il sito Regaliperbambini.org, invece, il peso dello zaino rappresenta una questione di primaria importanza, al punto che lo stesso Ministero dell’Istruzione ha affrontato l’argomento con una sezione apposita sul suo sito, ricca di consigli utili per i genitori che vogliono informarsi correttamente e non vogliono sottovalutare un potenziale rischio per la salute dei loro figli. Va infatti ricordato che il peso dello zaino è solo il più eclatante degli elementi potenzialmente dannosi da considerare, perché il modo in cui lo si porta può essere altrettanto determinante sullo sviluppo del bambino o del ragazzo. Parliamo ad esempio del portare lo zaino agganciandolo ad una spalla sola, abitudine che, giorno dopo giorno, può concorrere a far assumere allo scolaro una postura sbilanciata che potrebbe creare ancor più problemi in futuro.

Per evitare l’insorgere di questi problemi, è importante razionalizzare il più possibile il peso dello zaino e assicurarsi che venga sempre portato nella maniera corretta. Altre buone pratiche sono quelle di acquistare zaini non troppo grandi, il cui volume potrebbe offrire la scusa per riempirli oltre il dovuto, e di preferire il più possibile gli zaini modello trolley, quelli cioè che possono essere trasportati con una maniglia come fossero valigie, che salvaguardano la salute delle spalle e della colonna vertebrale.

Categorie
News

Il migliore corso di formazione è quello che segue il ritmo di studio di ogni corsista

Il migliore corso di formazione è quello che segue il ritmo di studio di ogni corsista, un’affermazione in apparenza piuttosto semplice che porta con sé però molte domande, molti dubbi. Che cosa significa infatti seguire il ritmo di studio di ogni corsista? Perché è così importante? Come può un corso di formazione riuscire in questa impresa? Cerchiamo di rispondere insieme a queste domande.

Kind doctor taking care of an old man in wheelchair.

Che cosa significa seguire il ritmo di studio di ogni corsista?

Un corso di formazione deve essere ben strutturato, con una cadenza programmata quindi delle lezioni e con una fine che sia stata stabilita, che sia già possibile segnare sul calendario. Il corsista questo lo sa e deve riuscire ad organizzare al meglio il proprio lavoro, cercando quindi di stare al passo con le lezioni. Stare al passo con le lezioni non è difficile se lo studio può essere fatto seguendo il proprio ritmo: studiando quindi al mattino per coloro che appena svegli sono molto più produttivi oppure la sera, magari anche dopo cena, magari anche in un orario piuttosto tardo, per coloro che invece solo in questa fascia notturna hanno la voglia di mettersi sui libri.

Avere la possibilità di studiare in ogni momento della giornata, non significa solo riuscire ad essere più produttivi, ma anche riuscire a gestire ogni impegno quotidiano al meglio. Perché una persona che ha deciso di seguire un corso di formazione magari ha un lavoro, segue un corso universitario, ha una famiglia, ha un bambino molto piccolo da accudire, tutti impegni che potrebbero collidere con quelli di un corso.

Seguire il ritmo di studio di ogni corsista significa però anche non dettare regole ferree per quanto riguarda la consegna di eventuali lavori e lo stesso vale anche ovviamente per quanto riguarda eventuali verifiche. Risulta inutile mettere una data rigida, se poi in quelle tempistiche per quel soggetto studiare nel modo adeguato è impossibile. Meglio dargli qualche giorno in più così che arrivi davvero preparato, non vi pare? Dopotutto infatti non siamo a scuola. Si parla di formazione, di plasmare una persona affinché si trasformi in una figura professionale e per plasmare qualcuno bisogno avvicinarsi a lui, al suo stile di vita, al suo modo di essere, altrimenti riuscire in questa impresa risulta impossibile.

Perché è importante seguire il ritmo di studio di ogni corsista?

Seguire il ritmo di studio di ogni corsista è importante proprio per il motivo che abbiamo appena spiegato, perché solo avvicinandosi ai suoi ritmi e alle sue esigenze è possibile trasformare una persona in una figura professionale di elevato livello. Dopotutto infatti ogni persona è un universo a parte, con leggi proprie che lo regolano, e credere di avere tra le mani una formula che possa essere ideale per tutti è solo una mera fantasia. Ogni formula dovrà sempre essere calibrata e personalizzata sul singolo: solo così sarà possibile formare un esercito di veri professionisti che sanno quello che fanno e che vogliono svolgere la loro attività con passione e determinazione. In caso contrario quello a cui sarà possibile dare vita è un esercito di somari, poco preparati, incapaci di apprezzare il lavoro che fanno, e non sembra anche a voi che sarebbe davvero un peccato?

Come può un corso di formazione riuscire a seguire il ritmo di studio di ogni corsista?

Un corso di formazione può riuscire in questa difficile impresa solo offrendo uno studio a distanza. Anziché andare in aula, il corsista può seguire i corsi direttamente dal proprio computer di casa, ma non solo: anche le comunicazioni con i docenti, la consegna dei lavori, i test di valutazione si svolgono direttamente online. Il vantaggio non è solo che il corsista non si deve muovere da casa e può quindi imparare una professione anche se vive a molti chilometri di distanza dalla sede della scuola di formazione che ha scelto. Il vantaggio è proprio che in questo modo docenti e corsisti possono organizzarsi come meglio credono, senza dover prendere in considerazione le esigenze della classe nella sua interezza, ma pensando quindi ad ogni individuo e ad ogni sua esigenza in modo preciso, puntuale e intenso. Ovviamente sino a qualche anno fa tutto questo non era possibile, ma grazie alle nuove tecnologie anche la formazione diventa qualcosa da tenere sempre a portata di mano, a portata di click, e personalizzabile al cento per cento.

Categorie
News

Pantheon di Roma, da tempio a chiesa

Al giorno d’oggi rappresenta un sito visitatissimo dai turisti e ammirato dai più grandi architetti del mondo per la sua struttura ardita e particolare, il Pantheon, tuttavia, prima di divenire una chiesa ed assistere a riti ed onoranze funerarie cristiane, era in realtà un tempio pagano romano. E se adesso vi si può rendere omaggio a personaggi illustri della patria o ascoltare una messa o assistere ad un concerto, in passato era frequentato dai romani per il loro culto alle divinità cittadine.

Anche dal punto di vista architettonico, come detto, il Pantheon ed in special modo la sua cupola sono stati realizzati con tecniche originali, che in seguito hanno fatto scuola e sono state riprodotte, nel corso dei secoli, per l’edificazione di altre opere. La storia di tale struttura antichissima, comunque, è molto particolare ed affascinante e merita di essere ulteriormente approfondita.

Un tempio per le divinità romane

Realizzato intorno al 27 a.C. per volere di Marco Agrippa, amico fraterno e genero di Ottaviano Augusto, nel tempo venne gravemente danneggiato prima nel 80 d.C. e poi nel 110 d.C. a causa di alcuni incendi. In seguito, fu sotto l’imperatore Adriano che venne completamente ricostruito, intorno al 120 d.C. Questo tempio era dedicato a tutte le divinità romane e destinato al loro culto e come tale venne frequentato per diversi secoli.

Una chiesa per la Roma cristiana

Con gli inizi del VII° secolo, tuttavia, l’intera struttura venne regalata dall’imperatore bizantino Foca al Papa di allora, Bonifacio IV°, che trasformò il tempio pagano in chiesa cristiana, donandole il nome di S.Maria ad Martyres. Tale titolo derivava dal trasferimento nei sotterranei della struttura di alcuni martiri cristiani anonimi. In seguito, dopo l’anno 1000, il nome venne trasformato in S.Maria della Rotonda.

L’architettura e le sepolture celebri

L’entrata della struttura è dominata dalle maestose colonne, di cui otto in granito grigio e le restanti otto in granito rosa, proveniente dall’Egitto. Tuttavia, ad impressionare e meravigliare è la cupola, che presenta anche un oculo, per fare entrare la luce all’interno dell’edificio. Questa cupola rappresenta la più grande al mondo realizzata in semplice calcestruzzo e si regge grazie ad un uso sapiente dei materiali e dei pesi. Infatti, questi ultimi sono ridotti man mano che si sale in altezza.

Con l’avvento del Rinascimento, comunque, la chiesa cominciò ad ospitare sepolture di personaggi illustri. Inizialmente soltanto di artisti, ma poi nel corso dei secoli anche di personalità reali di casa Savoia. Tra le tombe più visitate, al giorno d’oggi, vi sono quella del celebre Raffaello Sanzio e di Annibale Carracci. Sono presenti inoltre il musicista Corelli e l’architetto Peruzzi. Tra i reali, vi sono sepolti Vittorio Emanuele II° e suo figlio Umberto I° assieme alla consorte Margherita.